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IT DISASTRO UBUNTU

Tutto ciò che riguarda Linux sulle macchine server o i servizi Linux in generale.
Todo lo que interesa Linux sobre las máquinas servidoras o los servicios Linux en general.
All about Linux server machines or Linux services in general.

IT DISASTRO UBUNTU

Postby stefanopederzani » Sat Oct 20, 2012 12:57 pm

Ho già avuto brutte esperienze con questa distro di Linux, anche se a volte sono quasi costretto ad installarla.
Bisogna riconoscere che ha portato molto avanti la semplicità d'utilizzo per utenti profani che vengono da Windows, e che si trovano abbastanza "a casa".
Però per chi installa server c'è sempre qualche cosa che non va bene, in particolare per quanto riguarda il RAID software.
In passato, nel tentativo di installarla su un piccolo server Intel, io e i miei colleghi abbiamo avuto molte perplessità sulla gestione del RAID. Stiamo parlando di normalissimo RAID1 con coppie di dischi uguali, quindi niente di speciale, eh! Roba che si fa al volo, durante l'installazione, o anche... prima...

ESPERIENZA SU UN PC ADIBITO A SERVER
Si doveva metter su un serverino temporaneo utilizzando come hardware un PC "supercarrozzato", in modo da testare le performance, prima di comprare l'hardware definitivo. Purtroppo in quel momento non avevamo a disposizione il secondo disco (un SATA da 1/2 T se ben ricordo), ma dovevamo portarci avanti col lavoro, così il mio collega avvia l'installazione di Ubuntu, e nella parte di creazione dei volumi imposta il RAID 1 sull'unico disco esistente. O almeno ci prova, perché ottiene un messaggio di errore perché non esistono due dischi fisici. Inutile farglielo capire. Il fatto che uno dei due volumi fisici fosse "missing" non gli andava giù, e dovemmo cambiare distro. Certo non si può pensare di installare su un volume unico in maniera classica, cioè senza RAID, per poi copiare il tutto su di un volume col RAID. Per di più, questa operazione di introduzione del RAID prevede sempre il missing, come segue:
1) Si installa sull'unico disco.
2) Successivamente si introduce il RAID, quindi si inserisce un secondo disco.
3) Si crea sul disco nuovo un RAID "zoppo" con la seconda unità mancante.
4) Si copia il sistema operativo sul RAID. Si rende bootable e si fa reboot da lì.
5) Si distrugge la vecchia copia del SO e si mette il vecchio disco come unità del RAID.
Questa procedura, molto in voga nei periodi di introduzione del "mirroring", all'epoca, è impossibile su Ubuntu a meno di non utilizzare TRE dischi.

ESPERIENZA SU UN SERVERINO
Si prova ad installare Ubuntu, ma poiché nella creazione dei volumi non dice niente, si crea un grosso equivoco tra noi e la distro. Insomma, bisogna saperlo, ma questo fa 3 cose in colpo solo: Identificazione dei volumi di Raid, Partizionamento dei volumi e Targeting dell'installazione. Almeno ce lo vuoi spiegare? Cosicché installammo tutto, ma poiché ci accorgemmo dopo di non poter aggiungere la seconda copia al RAID, dovemmo rifare tutto daccapo.
Per i motivi qui sopra, naturalmente.
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Re: DISASTRO UBUNTU

Postby stefanopederzani » Sat Oct 20, 2012 3:04 pm

L'ESPERIMENTO
Come sapete, su questo sito non si mettono problematiche relative al PC. Si fanno eccezioni quando il PC viene usato come un server(ino) o quando si fanno esperimenti che possono aver valore anche per i server.
Questo è stato un esperimento... A mia insaputa. In realtà volevo soltanto provare Ubuntu sul mio PC, ma si dà il caso che il mio PC, gloriosamente abitato da Slackware sin dai primordi (versione 3.2) abbia bisogno di un upgrade. Come al solito gli upgrade li faccio su fiesystem separato, per il quale tengo una partizione apposta sulla mia coppia di dischi in RAID.
Il RAID di Linux, quello gestito con "mdadm" non possiede database separato dalle partizioni (come invece in Solaris). Non uso LVM perché lo lascio ai sistemi AIX.
Quindi qualsiasi distro che uno debba installare, DEVE assolutamente riconoscere le partizioni in RAID presenti. Ci sono quelle utilizzate, e quella destinata alla nuova installazione, che di fatto è già utilizzata anche quella perché c'è sempre qualche esperimento precedente.
Il sito di download della Ubuntu sconsigliava la versione a 64bit. Ma bene! Come i primi anni in cui comparivano, in cui tutti avevano paura di installarle perché bacatissime, le versioni a 64bit della Ubuntu sono ANCORA sconsigliate. Scegliamo la 12.04.1 LTS desktop 32bit.
Memore dell'esperienza al lavoro, durante l'installazione sapevo di stare bene attento quando parla di "volumi" a gestire anche il RAID. In effetti nelle ltime versioni la cosa è un po' più chiara ma sembra difficile fargli capire le cose. Ho cercato di selezionare "md3" come target per l'installazione, saltanto la parte le operazioni di partizionamento e di creazione del RAID che si fanno tutte da una maschera sola. Non ricordo bene che scusa aveva, ma non ne voleva sapere. Avrebbe accettato altri metadevice, ma non quello. Eh, ma io lo dovevo installare proprio lì! Mica potevo sovrascrivere l'installazione che sto utilizzando mentre scrivo, no? Tra l'altro non ho ancora migrato. Ho provato di tutto: ho disfatto il metadevice e l'ho rifatto, ho riformattato e ci ha messo qualcosa come 40 minuti per 20GB! Ammazza! E se gli facevo fare l'altra da 250GB quanto ci metteva? Tutta la notte? Non c'è stato verso.
Inutile incapponirsi. Ho scaricato e masterizzato la versione server, perché pensavo, erroneamente, che forse il mio PC è un po' troppo "serveroso" per una desktop così desktop (sì mi rendo conto che non ha molto senso). Ubuntu 10.04.4 server 32bit.
[Tra l'altro, facendo il reboot con l'installazione Slackware, mi è panicato tutto perché i metadevice avevano cambiato nome, ma ho visto che CentOS fa la stessa cosa, non è un grosso problema.]
Anche la versione server faceva cose strane nel riconoscere il RAID. Continuava a propormi altre partizioni, anche tentando di ricrearlo, ma ma entrambe quelle giuste. Vorrei sottolineare che si tratta di due dischi SATA da 496GB con la stessa geometria, quindi non ha neanche quella scusa lì (era un requisito nel RAID software almeno nelle vecchie versioni di Solaris).
Gugolando di qua e di là ho letto che in realtà non si può fare tutto quello che sarebbe possibile utilizzando gli installer delle versioni server e desktop. C'è una terza versione: la ALTERNATE. Allora se ne rendono conto? Pensavo che già la server tenesse conto di particolari esigenze, ma nemmeno sono particolari, quando ci hai il metadevice già fatto, semplice semplice, e ci devi soltanto installare su.
Ubuntu 12.04.01 Alternate i386 desktop. La "alternate" è solo desktop.
Niente da fare, gira che ti rigira, non c'è stato modo di dargli quel metadevice, né di ricostruirlo con le partizioni decise.

CONCLUSIONI
Nel 1997 sono stato uno dei pochi a fare il RAID1 su OSF4 di Digital. Su IBM AIX è roba da ridere, per via di SMIT. Su Solaris è un tantino macchinoso, ma con gli appunti per non dimenticare i pezzi, si fa bene. Su Linux lo consideravo una passeggiata: c'è mdadm che fa tutto; infatti prima di mdadm era un po' macchinoso per via dei tanti comandi, che per fortuna hanno accorpato.
Con Slackware, se proprio hai un PC nuovo o dei dischi nuovi, vieni su col CD/DVD di installazione, apri un altro terminale e fai il RAID da lì. Poi torni all'installazione e gli dài come target il metadevice.
Con CentOS, eccelsa distro acora ben aggiornata, purtroppo non hai la possibilità della shell perché non c'è il ramdisk che si usa al boot, compreso invece nel CD/DVD di Slackware. Quindi fail boot col CD/DVD di Slackware, crei il RAID da lì, però ti tocca aspettare che finisca di sincronizzare, perché se fai reboot lo stupido ricomincia da capo (unico Unix a fare ciò). Poi fai boot con CentOS e installi su metadevice. Le ultime versioni di Anaconda, l'installer di CentOS ti fanno fare il RAID abbastanza bene. Senza questo macchinoso espediente, praticamente hai una finestra grafica simile a quella di Ubuntu con la differenza che funziona, dicono. Io non ho mai installato una CentOS su PC vergine, per cui non lo posso affermare. Posso solo affermare che se a CentOS gli dài un metadevice è capace di installarci sopra. Wow.
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Postby MoneyveoRNB » Sat Dec 05, 2020 4:06 pm

Grazie ad entrambi

Cosa significa se mi restituisce questo errore con qualunque servizio:

Errore nell'invio

Il sito non ha risposto nelle modalità previste nell xml tentativo 2 SMS salvato in bozze per nuovo tentativo

Grazie ancora.
zaem.pp.ua - Cirillico Cirillico Cirillico астана Cirillico Cirillico Cirillico
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Re: IT DISASTRO UBUNTU

Postby stefanopederzani » Sun Jan 24, 2021 1:15 pm

Non ho capito bene il nesso tra i post sopra e quello che dici, ma ti posso dire che se il dispositivo non riesce ad inviare nulla da nessuna app forse hai un problema con la RETE.
A volte i messaggi di errore di tipo specifico possono essere fuorvianti, in una situazione come la mancanza di accesso alla rete, perché si limitano a riportare che non riescono ad effettura una specifica operazione, magari proprio la prima che utilizza la rete.
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